Le feste di Natale, o come preferiamo le feste che si riferiscono alla luce divina che irrompe sulle tenebre nel mondo, illuminando le nostre vite e il nostro spirito si avvicinano. Infatti, anche da un punto di vista climatico, le giornate cominciano ad allungarsi e la natività del nostro signore Gesù Cristo coincide con il sol invictus, espressione già in uso duemila anni fa.
L’Epifania è una manifestazione di questa luce che viene a visitare il mondo e conclude il periodo delle feste natalizie, anche se nel calendario finiscono propriamente con la ricorrenza del battesimo di Gesù.
Per quanto riguarda la tradizione, i tre Re Magi, convenzionalmente detti Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, portano i loro doni a Gesù della stirpe di Davide, attratti dal movimento di una cometa: in passato il passaggio di una cometa era presagio del verificarsi di importanti avvenimenti imminenti o futuri.
Vorrei riflettere, considerando che, per quanto riguarda lo scambio di doni e regali, nel sud Italia era per esempio il giorno dell’Epifania quello più avvertito rispetto al Natale.
L’Epifania, nello specifico, a differenza della teofania, è una manifestazione impersonale della divinità. E’ una festa importante dal momento che l’uomo, nel momento in cui si dispone spiritualmente e mentalmente a procedere nella direzione di un cammino di conversione interiore, riconosce la sua corporeità legata al peccato e alla sua intrinseca fragilità, scoprendo che le cose nel mondo non danno la pienezza e l’appagamento derivato dalla vera felicità, ma solo l’inquietudine e l’anelito a qualcosa di più grande, vero e trascendente che non passa mai.
Il nostro mondo è oscuro e pieno di incertezze, camminiamo a tentoni, a volte attratti da false luci, da effimeri progetti. Il nostro mondo in cui viviamo è dominato da Satana, il principe delle tenebre, che induce alla tentazione e che provoca anche lo smarrimento e la confusione generale.
La nostra società è chiusa ermeticamente nel suo egoismo e spesso nei momenti più bui della nostra vita ci sentiamo tristi e soli , facendoci limitatamente consolare che solo da cose materiali ed esteriori, di fronte alle quali è urgente rendersi conto che solo la luce di Dio da la misura e discernimento e ci può riscattare da tutto ciò e condurre alla verità di una vita dignitosa e piena.
Gesù, incarnandosi, vuole portarsi alla vetta più alta che è la comunione con Dio e il suo godimento eterno.
La vita moderna è tecnologica e frenetica, attraversata sovente da momenti critici, sia nella sua dimensione individuale che collettiva: vogliamo perseguire obiettivi sempre più elevati senza accontentarci, mortificando per molti aspetti le più essenziali esigenze dello spirito.
Dio, con il suo spirito, nella solennità dell’Epifania, vuole rimuovere in noi le ombre del peccato e l’egoismo che ci impedisce di guardare avanti e di rinnovare noi stessi e il mondo e la chiave per operare tutto questo è sempre un tendere al trascendente.
Tutto questo richiede un continuo processo dinamico della persona e un anelare alla felicità che è quella di stare al cospetto di Dio ed a contemplare la sua luce, riscoprendo in noi stessi quei valori e quei principi, che d’altronde Dio stesso ha insufflato in noi al momento della creazione: siamo infatti le sue creature più preziose, che portano la sua impronta e siamo stati fatti per la luce e l’eternità, creati a sua immagine e somiglianza e destinati alla fine dei tempi a ritornare alla fonte che ci ha dato origine.
Per concludere ulteriormente questa riflessione, Gesù viene al mondo, quindi viene alla luce e porta quella luce vera che riscalda i nostri cuori a volte non contriti per le colpe e i peccati commessi durante il nostro pellegrinaggio terreno, breve o un po più lungo che sia.
L’Epifania chiude appunto queste feste con il trionfo glorioso della luce, quella luce intensa che dovrebbe per tutto l’anno nuovo e per gli anni futuri riscaldare i nostri cuori e che, per altro, prima delle feste stesse, nel periodo dell’Avvento, è simboleggiato nella ricorrenza di Santa Lucia che è indicata anche come santa protettrice della vista.
Termino con queste parole, augurando buona Epifania a tutti e che questa solennità sia di buon auspicio per un effettivo e generale rinnovamento interiore.
Alessandro Gugliuzza